Paolo

Colto, gentile, appassionato di arte e musica classica, Paolo fa pensare ai vulcani hawaiani, che producono tranquille ma costanti effusioni di lava capaci di diffondersi per chilometri, senza però mai provocare scosse o esplosioni, e creando un pavimento “pahoehoe” che in hawaiano significa “dove si può camminare a piedi nudi”.

Con Paolo è così: la sua curiosità, la creatività e lo spirito d’iniziativa generano sempre nuovi argomenti, ma la conversazione è dolce e accompagnata dalla costante sensazione di essere al sicuro.

Dopo 40 anni di onorata carriera come direttore delle infrastrutture in una grande azienda, oggi Paolo si dedica, fra le tante passioni, a DORA.

“Al momento lavoro principalmente da casa: sto creando un database di aziende del settore alimentare, per intercettare e coinvolgere le realtà più sensibili e generose del territorio. Credo che la sostenibilità dell’emporio nel lungo periodo dipenda dalla rete di realtà con cui riusciremo a creare – e mantenere – un rapporto di sostegno costante”.

Perché DORA?

“La mia generazione è l’ultima a
essere cresciuta sentendo
addosso il problema diffuso
della fame. La fame da piccoli ci
ha sfiorati, i nostri genitori
l’hanno vissuta a pieno e ci
hanno educati alla
consapevolezza che quella è la
condanna peggiore per una
famiglia”.

Paolo porta all’emporio il piacere, coltivato per molte strade nella vita e nel lavoro, di stare nella diversità, di capire le persone, di mediare, coltivare e mantenere rapporti che arricchiscono nel tempo.