Fernando, per gli amici Nanni. Nato 59 anni fa a Reggio Emilia, di cui 42 trascorsi alla Coop come capo reparto ortofrutta. Oggi fa il volontario per DORA, ed è uno di quelli che, insieme ai suoi colleghi di Auser, l’ha fatta nascere.
Se gli chiedi perché proprio DORA? risponde:
“Mi piace il progetto. È concreto.
È una alternativa alle vecchie forme di assistenzialismo.
Ed è una buona opportunità per investire
il tempo in modo proficuo,
perché mi permette di fare quello che
so fare bene e che ho fatto per tutta una vita.
Qui sono certo di essere utile”.
Quindi non ti sei ancora stancato di scaffali, prodotti e personale? Risposta: “No. Io amo il mio lavoro. L’ho amato per 42 anni e lo faccio ancora con piacere. Grazie a lui, vivo in rapporto con gli aLTRI… dedicarsi a DORA non significa solo reperire prodotti e metterli sugli scaffali: bisogna soddisfare le esigenze delle persone, avendo sempre a cuore le loro necessità di vita. E non parlo solo dei beneficiari dell’emporio, ma anche degli altri volontari, affinché abbiano tutti a cuore la responsabilità di questo progetto e partecipino in prima persona ad ogni fase decisionale”.
Come diceva Denis Diderot, NON BASTA FARE IL BENE, BISOGNA ANCHE FARLO BENE.